In menoria
ing. Emanuele Fumagalli
È morto Fumagalli, guida storica dell'Ismes
Assunto alla fondazione dell'istituto, fu direttore generale fino al 1979. Da allora viveva in Canada.
Emanuele Fumagalli, a lungo direttore generale dell'Ismes, era costruttore, studioso, professionista apprezzato a livello internazionale: da quasi trent'anni viveva a Vancouver ed è lì che si è spento il 24 maggio scorso, circondato dalla sua famiglia: la moglie, le due figlie, i nipoti. Aveva 85 anni.
L'ingegner Fumagalli, bergamasco doc, prima di partire per Vancouver abitava in città, in viale Giulio Cesare. A Bergamo vivono ancora il fratello Felice e le due sorelle Cornelia e Adriana con le loro famiglie. Fu direttore generale dell'Ismes (Istituto sperimentale modelli e strutture) nel periodo in cui questa azienda, fondata per iniziativa dell'Italcementi nel 1947 come Isac e nel 1951 come Ismes, crebbe fino a diventare uno dei più noti ed apprezzati centri di ricerca applicata non solo in Italia, ma a livello internazionale. Erano gli anni in cui la società era guidata da eminenti personalità: da Arturo Danusso, ordinario di Scienza delle Costruzioni al Politecnico di Milano, a Guido Oberti, uno tra i più famosi progettisti italiani di dighe e di ponti, a Pier Luigi Nervi. Sotto la loro guida, il professor Fumagalli, giovane ingegnere (laureato a pieni voti al Politecnico di Milano) assunto all'atto della fondazione dell'Isac, ebbe modo di sviluppare e consolidare le sue conoscenze tecniche, apprezzate al punto che, alcuni anni dopo, venne egli stesso nominato direttore generale dell'Ismes, di cui tenne la guida fino al 1979, anno in cui si dimise dall'incarico per raggiungere le figlie che vivevano in Canada. Autore di numerosi scritti tecnico-scientifici, pubblicati sulle maggiori riviste d'ingegneria italiane ed internazionali, il professor Fumagalli è noto per aver dato impulso e portato contributi fondamentali alle tecniche di modellazione fisica nel campo della geomeccanica, per lo studio della stabilità degli ammassi rocciosi e della resistenza della roccia di fondazione delle grandi opere d'ingegneria, in particolare delle dighe, un settore in cui lo studio su modello fisico era l'unico supporto tecnico-scientifico alle intuizioni e ai calcoli del progettista, e lo strumento più affidabile per valutare la sicurezza del progetto.
Viaggiatore instancabile, aveva trovato in Canada un rifugio ideale per studiare e scrivere.
E a Vancouver, accanto alla sua famiglia, sarà anche la sua ultima dimora.
(dall'Eco di Bergamo di sabato 27 maggio 2006)
Consegnati i premi dell'Ateneo
Umberto Laganà ha ricevuto lo «Zucchelli» e Clara Zerio l'«Angelini»
Un grande ingegnere che collaborò alla costruzione di dighe e ponti tra i più grandi e/o importanti al mondo; un prolifico ed abilissimo editore di musica sacra: fedele alla sua docta varietas , al suo tradizionale enciclopedismo, l'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo ha ospitato ieri pomeriggio, presso la ex Sala consiliare e nell'ambito delle manifestazioni legate alla «Fiera del libro», due premiazioni di saggi d'ambito diversissimo, ma concernenti personalità di indubbio rilievo e interesse.
Il Premio Nino Zucchelli, giunto alla sua IV edizione, è andato al saggio «Vito da Bondo. Memorie e ricordi» di Umberto Laganà, che ricostruisce vita e opere dell'editore musicale Vittorio Carrara. Il Premio «Luigi e Sandro Angelini» è toccato invece a Clara Zerio, autrice di un lavoro sull'ingegner «Guido Oberti e l'indagine sperimentale». In entrambi i casi un socio dell'Ateneo ha illustrato i protagonisti oggetto dei lavori premiati. Don Valentino Donella, compositore e maestro di cappella di S. Maria Maggiore, ha ripercorso con dovizie di particolari l'attività di «Vittorio Carrara editore di musica sacra». Partito nel 1912 con l'«oscuro, ingrato» lavoro di copista, nel '14 Carrara comincia il lavoro di stamperia, editando, tra l'altro, periodici di musica corale, musica per organo, teatro per parrocchie e collegi che, pur dopo numerosi cambi di titolo, vivono ancor oggi. Dai suoi torchi anche una notevole quantità di messe d'autore, che proseguono una lunghissima tradizione. Nel momento di massima diffusione, quando la liturgia era in latino, l'impresa del Carrara giunse a diffondere musica sacra in ben settanta paesi. Ha consegnato il premio la signora Lina Zucchelli Valsecchi. Laganà, per parte sua, ha insistito sulla troppo dimenticata attività filantropica del Carrara.
L'ingegner Giovanni Pandini, invece, ha illustrato «Le sfide di Guido Oberti ingegnere». Dalla sua relazione, come poi da quella della Zerio, è stata rievocata l'attività dell'autorevole presidente dell'Ismes, il cui campo di applicazione fu in ispecie «l'ntegrazione del calcolo matematico con lo studio dei modelli» (Pandini). Integrazione di cui Oberti fu vero protagonista, sostenendo che «i modelli rappresentavano un mezzo efficace per verificare la stabilità della struttura riuscendo a completare il calcolo teorico quando si rivelava insufficiente». Lunga e notevolissima la serie di realizzazioni cui Oberti e l'Istituto da lui diretto hanno collaborato, rapidamente presentate dalla Zerio: a parte il più esatto pronostico sulla tenuta del ponte del Risorgomento a Roma, di cui da più parti si era annunciato il prossimo crollo: il Ponte sull'Aglio lungo l'autostrada del Sole (grazie ai modelli si riuscì a costruire una struttura di 440 metri di luce); il ponte sul Bosforo («i modelli studiarono l'effetto di un potenziale sisma e del vento», per scongiurare crolli come quello di Tacoma Narrows, negli Usa); dighe ad arco, come quella di S. Giustina (1930) e a doppia curvatura, come la diga di Osiglietta (1940) o del Lumiej (1950, al tempo la più grande del mondo); la diga di Itaipù (1971-1983), cui collaborarono Paraguay e Brasile, un «mostro» di 12 milioni di metri cubi di calcestruzzo. E poi gli edifici, come le aviorimesse del grande architetto Nervi (1935), il grattacielo Pirelli (1955), il restauro del tiburio del Duomo di Milano (1969-1985). Il saluto e le congratulazioni, a nome della famiglia, sono state recate alla Zerio da Piervaleriano Angelini: anch'egli, si intende, socio dell'Ateneo.
(Vincenzo Guercio dall'Eco di Bergamo di sabato 29 aprile 2006)
Nuove nubi sull'ex Ismes (28 ottobre 2006)
Nuove nubi sull'ex-Ismes, la società di ingegneria bergamasca che ha visto le sue attività confluire il 1° novembre 2004 nella Cesi Spa di Milano (gruppo Enel), a sua volta poi divisa quest'anno in due società: Cesi che si occupa di servizi al mercato elettrico, e Cesiricerca, che continua il filone della ricerca per il sistema elettrico e ora controllata per il 51% da Enea. Dei 90 dipendenti Ismes confluiti a Cesi nel 2004, circa 70 sono restati in Cesi e circa 20 sono passati a Cesiricerca, rimanendo comunque nella sede di Seriate.
Nell'ultimo incontro a Roma richiesto dai sindacati nazionali di categoria Flaei, Filcem e Uilcem per verificare l'organizzazione di Cesi, l'amministratore delegato Giorgio De Panno, in carica da aprile, ha affermato, secondo quanto riportano i sindacati, che la business unit SRN (ovvero la ex Ismes) è «l'unica e vera criticità di tutta la società Cesi».
Ieri i lavoratori di Seriate si sono riuniti in assemblea e dopo aver verificato che le argomentazioni del manager a sostegno della sua tesi risultano essere «imprecise o addirittura infondate» hanno chiesto un nuovo incontro. «Leggendo nelle affermazioni dell'amministratore delegato un forte pericolo di dismissione di attività e di potenziale chiusura della sede di Seriate - scrivono in un comunicato i sindacati e la Rsu Cesi - è stato deciso «di chiedere immediatamente un incontro con il nuovo manager affinché le gravissime affermazioni fatte nei confronti dalle business unit ex-Ismes vengano circostanziate e opportunamente motivate e se non rispondenti a verità, immediatamente ritirate».
I sindacati ricordano inoltre che dall'incontro di agosto con De Panno scaturì che l'azienda era deficitaria sull'aspetto della capacità commerciale e della sua propensione a «stare sul mercato», fatta eccezione unica per la business unit SRN (ex-ISMES) che invece era già preparata per aggredire il mercato sia per capacità di offerta sia per capacita di controllo amministrativo-contabile delle commesse in essere.
(Dall'Eco di Bergamo di sabato 28 ottobre 2006)